20 Ott Verbalia | Ipercultura
Ipercultura
Il progressivo e veloce avvicinamento tra culture estranee, per effetto del processo di globalizzazione, ci porta quotidianamente a sconfinare in uno spazio iperculturale. La cultura – sostiene il filosofo Byung-chul Han – si delocalizza e la condizione iperculturale dell’essere uno accanto all’altro e della sincronia cambia la topologia della felicità: la felicità deriva, oggi, dal superamento del legame con il qui, con il luogo. Siamo, quindi, turisti iperculturali, in un mondo che sconfina nell’ipermercato della cultura e nell’iperspazio delle possibilità.
Intertwingularity
La struttura delle idee non è mai sequenziale, così come non lo sono i processi mentali. Ted Nelson, inventore dell’ipertesto, non considera ipertesto solo i testi digitali. Il mondo stesso – dice Nelson – è ipertestuale, poiché l’ipertestualità è l’essenza delle cose. Everything is deeply intertwingled, le cose sono profondamente legate, intrecciate tra loro. Non ci sono singolarità, oggetti isolati, e il corpo e il pensiero non seguono un modello lineare. Ma la struttura del pensiero è comunque un groviglio strutturato, poiché la realtà ha una struttura a rete, e quindi diversa dal caos. L’intertwingularity caratterizza anche la cultura attuale, che perde progressivamente la sua struttura convenzionale. I confini si sfaldano: autenticità e originalità culturali svaniscono e diventano ipercultura. Saltando le cuciture culturali, infatti, si scardinano e si superano le limitazioni. La cultura sconfina, si de-limita e i link e le connessioni organizzano l’iperspazio culturale.
Accumulo e addensamento
Le nuove tecnologie cancellano le distanze nello spazio culturale e accelerano, quindi, il processo di globalizzazione. La vicinanza raggiunta produce un accumulo, un bagaglio di pratiche culturali che si rivelano ed esprimono nella vita di ogni giorno. La globalizzazione produce, infatti, un effetto di addensamento: i contenuti culturali eterogenei si accalcano, si assembrano, gli spazi culturali si sovrappongono e si intrecciano. Non è il senso del trans-, dell’inter- o del multi- a rendere con esattezza la spazialità della cultura odierna, bensì quello dell’iper-.
Turisti iperculturali
Le culture implodono, cioè sconfinano, diventando iperculture. E proprio quando una cultura si libera dai codici biologici e terreni, diventa genuinamente culturale, quindi, iperculturale. Il processo di denaturazione, in altri termini, intensifica la culturalizzazione. Se quindi in passato era il luogo a caratterizzare la fatticità di una cultura, la iperculturalizzazione defatticizza la cultura. Ci muoviamo nella realtà come turisti iperculturali che non hanno bisogno di viaggiare fisicamente per essere turisti, perché siamo già in viaggio in noi stessi e altrove. Il turista culturale è già a casa propria. E sia altrove sia qui, non arriva mai da nessuna parte.