
10 Lug futurePills | Newmanesimo
#FUTUREPILLS È LA #ZONABLOG DI INCONTATTO DEDICATA ALLE ISPIRAZIONI DI FUTURESIMO, LA RICERCA DI SCENARIO DELLE TENDENZE ESTETICHE E CULTURALI REALIZZATA DA TEA TRENDS E PRODOTTA DA INCONTATTO SRL. IN QUESTA SERIE DI POST, GLI AUTORI RIELABORANO IN CHIAVE PERSONALE I TEMI DELLO SCENARIO, ASSUMENDO UN APPROCCIO E UN’ATTITUDINE INTERDISCIPLINARI.
Newmanesimo
La tradizione del pensiero occidentale si è interrogata nel tempo sulle condizioni di vita e sul destino dell’uomo, per riscoprire regolarmente i valori dell’Umanesimo, soprattutto nei momenti di trasformazione valoriale e culturale. Il filosofo Umberto Galimberti osserva l’attuale affermazione di falsi miti: il culto della giovinezza, l’ossessione della crescita economica. Idee ingannevoli, che allontanano l’uomo dalla sua vera natura e dagli alti valori rinascimentali. Malesseri e sofferenze derivano talvolta proprio dalla convinzione che certi miti siano verità assolute. I miti antichi ci aiutano oggi a riscoprire il passato e a recuperare un sistema di valori solidi e autentici a cui ispirarsi.
Medusa effect. Pietrificati dall’incertezza
Medusa è una divinità mortale, spesso raffigurata con un ampio viso tondo e una chioma di serpenti, che aveva il potere di pietrificare con lo sguardo. Il mito greco narra che Medusa fu uccisa – su ordine di Atena – da Perseo, che le tagliò la testa, riuscendo a evitare il suo sguardo mortale grazie al proprio scudo specchiato. Il mito di Medusa spiega attraverso la metafora la pietrificazione dell’intelletto umano, quando pensieri rigidi e convinzioni limitanti chiudono a ogni possibile cambiamento ed evoluzione.
Fare un passo indietro, per farne due avanti
Lo scrittore Alberto Manguel ritiene che il mito sia una storia che assume nel tempo un significato metaforico. Anche se nel corso degli anni la sua narrazione viene trasformata, il mito rimane immutato nella sua sostanza, poiché continua a manifestare intuizioni individuali e primordiali. I miti più antichi – come quello di Medusa – si legano alle origini, alle radici del passato e permettono di entrare in una specie di introspezione sociale, ricordandoci chi siamo e da dove proveniamo, al di là dello spazio e del tempo.
Umanità aumentata
Francesca Sensini parla di retelling mitologici, dell’amore ritrovato per la mitologia da parte dei lettori più giovani, grazie alla bellezza del mito che si nutre di storie intramontabili, che resistono al tempo. Mentre il nostro tempo sembra pietrificato da incertezza e instabilità, il mito resta ancora esplorabile, universalmente conosciuto e, quindi, rassicurante. L’umanità a cui guarda il mito è un’umanità aumentata: donne e uomini sono rappresentati – attraverso una lente di ingrandimento – come divinità forti e fragili, potenti e fallibili, eroine ed eroi imperfetti che ricordano l’importanza di essere veri e unici.
Umanesimo manageriale
Gli umanisti guardavano all’uomo come artefice del proprio destino, grazie alla sua intelligenza e alla sua capacità di modificare la realtà, attraverso le proprie azioni e decisioni. È attuale – anche in ambito aziendale – la riscoperta dell’Umanesimo, per cui l’uomo ritrova il suo ruolo centrale.
L’imprenditore Adriano Olivetti ha pienamente interpretato, nel Novecento, la corrente di pensiero umanista: l’impresa è un luogo sociale che ha come fine ultimo l’elevazione dell’uomo attraverso lo sviluppo dei valori spirituali, della cultura, dell’arte e della scienza. L’impresa è, inoltre, un’organizzazione collettiva in grado di rispettare ogni lavoratore ed essere lo spazio di apprendimento dove potersi nutrire di stimoli umanistici e intellettuali.
Più recentemente il professor Marco Minghetti ha adottato la teoria dello Humanistic Management, un approccio manageriale basato sulla combinazione tra emotività e razionalità, sull’equilibrio tra morale individuale ed etica collettiva. Minghetti sottolinea l’importanza di adottare logiche collaborative nelle organizzazioni, basate su un rapporto di reciprocità tra manager e dipendenti, in un’ottica di co-creazione e di valore condiviso.
Unicità
Come se fossimo davanti a Medusa, oggi restiamo metaforicamente pietrificati dall’incertezza di non sapere più chi siamo e quale sia davvero il senso della nostra vita. Possiamo ripartire facendo un passo indietro – recuperando miti e valori del passato, che permettano di riscoprire la nostra integrità e unicità – e poi farne due in avanti, verso un progresso più sano ed etico, che ci permetta di creare una condizione umana rinnovata, ma fedele alla sua vera essenza, con valori morali e principi nuovamente umani.
Qual è il primo passo che decidiamo di fare?