10 Nov Verbalia | Slacktivism
L’attivismo social è rapido e accessibile, consentendo a chiunque abbia una connessione Internet di partecipare e contribuire. Ma è anche fortemente criticato per l’effetto slacktivism (attivismo da divano), una forma di coinvolgimento che si limita a semplici interazioni online, senza un impegno personale concreto.
Troppo comodo per essere utile?
Il termine inglese slacktivism nasce dall’unione di slacker [fannullone] e activism [attivismo] e definisce un particolare tipo di attivismo – caratterizzante l’era dei social media – che richiede un impegno personale minimo. Le azioni di slacktivism includono gesti semplici come mettere mi piace a un post, condividere contenuti o firmare petizioni online. Simili attività possono amplificare la consapevolezza su questioni sociali e politiche, ma sono anche – e spesso – criticate per la loro superficialità e per il rischio di diffondere un effimero senso di soddisfazione tra gli utenti/agenti online. Gli attivisti tradizionali mettono in guardia sul fatto che le azioni di slacktivism non portano a cambiamenti concreti e duraturi, e sollevano interrogativi critici sulla loro efficacia. Tuttavia, il fenomeno ha trovato legittimazione nello scenario contemporaneo, dove la rapidità delle informazioni e la viralità dei contenuti possono mobilitare grandi masse in tempi brevi.
Engagement e mobilitazione
Nonostante le critiche, lo slacktivism ha dimostrato, infatti, di avere potenzialità interessanti. Le campagne online possono diffondersi rapidamente, raggiungendo un vasto pubblico e incentivando discussioni su temi rilevanti. Esempi emblematici come l’Ice Bucket Challenge e il movimento #BlackLivesMatter mostrano che il coinvolgimento virtuale può tradursi in risultati tangibili, aumentare la consapevolezza e mobilitare le persone per una causa significativa. Sebbene queste azioni non possano sostituire l’impegno attivo sul campo, possono tuttavia agire come catalizzatori per un coinvolgimento più profondo, creando cioè una rete di persone unite da una causa comune. In questo senso, lo slacktivism può rappresentare il primo passo verso un attivismo più consapevole nella lotta per la giustizia sociale e per i diritti umani.
Responsabilità sociale d’impresa
Anche le aziende possono trarre vantaggio dallo slacktivism, per esempio, influenzando le loro strategie di marketing o migliorando la loro web reputation. Le iniziative di responsabilità sociale d’impresa (CSR) possono inoltre ricorrere a campagne di slacktivism, per attrarre consumatori sensibili all’impegno sociale. Queste azioni possono efficacemente migliorare l’immagine aziendale. Il coinvolgimento del pubblico può, inoltre, essere facilitato attraverso campagne che incoraggiano azioni anche minime, aumentando l’engagement sui social media e costruendo comunità intorno ai brand. Le aziende devono, però, prestare attenzione a non apparire superficiali o – addirittura- poco autentiche, con il rischio di danneggiare la propria reputazione. Occorre, quindi, bilanciare l’engagement online con le azioni concrete, per promuovere un impatto duraturo e autentico sul web. Solo se gestito con responsabilità, lo slacktivism può creare legami più forti con i consumatori e contribuire positivamente alle cause comuni.