IO vinco e TU vinci … a lezione di BOXE! Una mentalità efficace per gestire il conflitto

Io vinco, tu perdi. Tu vinci, io perdo. Tu vinci io vinco … quando pensiamo al conflitto ci vengono in mente sensazioni diverse, legate a noi stessi e all’altro. Non necessariamente le emozioni che derivano dal conflitto devono essere di ansia, rabbia o paura anzi è possibile “vivere” il conflitto come un’opportunità di confronto e miglioramento.

Come riusciamo a sviluppare questa nuova visione?

Secondo Thomas Gordon “I conflitti non sono né buoni né cattivi”. Tutto dipende dalle strategie usate per la loro gestione: se si usano strategie costruttive e si coopera per arrivare ad una soluzione condivisa da entrambi o per lo meno soddisfacente, allora il conflitto sarà stato positivo.

Gettando l’occhio verso il mondo dello sport per cogliere degli insegnamenti applicabili al contesto lavorativo, una delle disciplina che meglio incarna il concetto di equilibrio tra le parti, pazienza, perseveranza, attenzione, ascolto di sé, rispetto degli altri e soprattutto grande umiltà è senza dubbio la boxe.

Il pugilato si fonda sul rispetto e la parità. Sul ring non c’è l’avversario ma un compagno con cui si condivide la stessa passione.

Nella boxe è tutto un gioco di equilibri in cui l’atleta circoscrive la sua aggressività all’interno di uno spazio limitato: il Ring. Viene definito per questo come il cosiddetto sport di “situazione” dove il pugile deve studiare le sue mosse sul momento. Per questo motivo è importante avere una buona tattica che sia il giusto mix tra forza fisica e intelligenza.

Un pugile è pronto a combattere quando ha scoperto i suoi limiti e li ha accettati per trasformarli in punti di forza. Nella Boxe, al contrario della vita sai chi è il tuo avversario e come diceva Mohamed Alì “non c’è niente di sbagliato nel prendere un pugno e cadere a terra, la cosa importante è saper incassare il colpo e trasformarlo in slancio da cui ripartire”. Nella Boxe una delle prime cose che s’impara, è dominare l’istinto attraverso l’autocontrollo che si riesce ad ottenere solo grazie a lunghi e duri allenamenti.

Allo stesso modo gestire un conflitto è come salire su un ring. Uno “spazio” in cui seminare l’accettazione dell’altro attraverso l’atteggiamento ed il contenuto di ciò che si vuole trasmettere.

Diventare “capaci” di parlare il linguaggio dell’accettazione e della comprensione significa aprirsi all’altro e incoraggiarlo a sentirsi libero e stimato.