Parole manomesse 5 – #innovazione

Parole manomesse 5 – #innovazione

Penso che il web non abbia bisogno di un altro post che parli di #innovazione. Se lo pensate anche voi, potete evitare di leggere l’articolo e restare convinti di saperne già abbastanza. Prima di abbandonare la pagina, però, vi invito a rispondere a questa domanda bizzarra: sapete perché continuate a comprare candele da Ikea? 

Vaniglia e sale marino

Secondo la National Candle Association degli Stati Uniti, 9 persone su 10 affermano di acquistare e usare candele, per rendere le stanze più confortevoli e accoglienti:

  • il 71% dice di usarle per creare un ambiente romantico;
  • il 67% perché mettono di buon umore;
  • il 54,4% perché aiutano a diminuire lo stress.

Un oggetto antico, tradizionalmente funzionale al bisogno di illuminare uno spazio, si è trasformato nel tempo in un oggetto con uno scopo molto diverso: il benessere personale. Che cosa è cambiato, nel tempo? La caratteristica più desiderata è diventata la fragranza delle candela, non più il suo potere illuminante. Il processo di innovazione relativo alla produzione di candele ha coinvolto quindi il loro valore emotivo: da oggetti utili e funzionali, le ha trasformate in oggetti desiderati e amati.  

Ora lo sai, il perché. Dopo aver girato invano per tre ore nel labirinto di Ikea – con il tuo metro di carta e la matita dei Puffi – finalmente approdi alla zona candele e ti immergi nella fantaforesta profumata. E anche se non ne hai bisogno, compri una dozzina di candele SMÅTREVLIG alla vaniglia e sale marino: perché non ti servono, ma tu… chiamale se vuoi, emozioni.

La ricerca di significato 

Siamo da sempre cercatori di significati, segugi del senso e trovatori di simboli. Desideriamo comunicare cose e idee attraverso suoni, parole e segni, con uno scopo speciale: far sentire che la nostra vita ha valore. Scegliamo ogni giorno quali gesti adottare, per dare uno scopo alla nostra esistenza. Dietro ad ogni azione, anche semplice, c’è un significato che persegue obiettivi diversi: utilitaristici, simbolici, emotivi.

È un tratto dell’individuo postmoderno l’emergente necessità di porsi domande sul perché delle sue scelte: nello scenario della complessità, lo scopo non è più determinato, ma può essere interpretato e soggetto alla discussione, alla riflessione, al confronto aperto.  Noi agiamo continuamente nell’orizzonte dell’innovazione del significato, in cui pretendiamo anche da adulti, di continuare a porci domande, con l’energia dirompente dei giovani e l’atteggiamento critico dei filosofi. 

Che cosa è cambiato dall’epoca in cui una candela era solo una candela per far luce?

Siamo cambiati noi. Che continuiamo a stupirci di non aver risposte certe, destini prevedibili, strumenti teorici sempre affidabili. Che non possiamo più permetterci di cercare soluzioni facili, ma siamo portati continuamente a sfidare domande complesse. Che non siamo soddisfatti da un significato ordinario, perché abbiamo bisogno di nuove opportunità e di cambiamenti veloci.

Manomissione 

Come di consueto, scendo nel cuore del termine

L’Innovazione è la dimensione applicativa di un’invenzione o di una scoperta. L’innovazione riguarda un processo o un prodotto che garantisce risultati o benefici maggiori apportando quindi un progresso sociale, anche se a volte non sempre efficaci e migliorativi rispetto a ciò che va ad innovare. (https://it.wikipedia.org/wiki/Innovazione)

Processi e prodotti, sistemi, ordinamenti, metodi di produzione: la geografia semantica distribuisce il concetto di innovazione, sempre entro i confini dell’insieme delle soluzioni. Ma se torniamo ai paragrafi precedenti, risulta evidente che la manomissione del concetto di innovazione rivela che il suo DNA è cambiato, si è evoluto ed arricchito. L’innovazione non si accontenta più di produrre soluzioni, ma pretende di introdurre nuovi significati. 

Bisogna immaginare Sisifo felice 

Per noi ospiti del secolo 4.0, la ricerca di significato è un obiettivo che non trova mai fine. Siamo votati al cambiamento e alla scoperta, perché dalla ricerca di nuovi significati, nascono attribuzioni innovative al nostro concetto di felicità. Baumann afferma “che la questione centrale si è spostata dai mezzi ai fini”,  ed infatti il nostro fine è trovare qualcosa o qualcuno che ci suggerisca una visione, una proposta di direzione: un perché. C’è una forte istanza autoreferenziale, in questo passaggio epocale. L’esigenza di autodeterminazione si esprime attraverso l’ambizione a creare e scegliere le proprie soluzioni, cioè nuove interpretazioni dei propri bisogni. 

Anche la lotta verso la cima

basta a riempire il cuore di un uomo.

Bisogna immaginare Sisifo felice

Albert Camus

Eccomi qui, io con voi, nella fantaforesta profumata di Ikea. E anche se non ne abbiamo bisogno, buon SMÅTREVLIG a tutti. 

Alessia De Carli
adecarli@incontatto.it