Smart Workers – Nomadi Digitali

Smart Workers – Nomadi Digitali

Confini antichi e nuove frontiere 

Sei cammini. Sei articoli. Dopo ogni cammino – e dopo ogni articolo – si accende qualcosa. In realtà, qualcosa si accende già prima di cominciare a scrivere. E scrivere mi permette di mettere a fuoco un contenuto innovativo, un’intuizione o un’associazione mentale: come quella tra il camminatore e il professionista agile/digitale. 

Siamo tutti Smart Workers o forse Smart Walkers ?.

Dove voglio arrivare?  Vorrei trovare con voi spunti pratici e utili, per essere Smart Workers: professionisti capaci di vivere l’attuale mondo del lavoro in modo autonomo, efficace, creativo, produttivo e soddisfacente per se stessi e per i propri collaboratori.

Il primo passo. Qual è la prima cosa che uno Smart Worker può imparare da un camminatore? Saper stare in movimento: diventare un Nomade Digitale! 

Un passo indietro. Fino a poco tempo fa, il nomadismo aveva una precisa connotazione di significato. Indicava un modo di vita arcaico – derivante dalla scarsità di mezzi di produzione – quindi un sistema economico dipendente dalla natura. L’uomo camminava ed era sempre in movimento fisico, per trovare la sua sistemazione ideale: un ambiente favorevole per riprodursi, sopravvivere e svilupparsi.

Più che nomadismo, al movimento fisiologico dell’individuo si associa meglio – io credo – il termine erranza, che esprime bene il concetto di spostamento nello spazio geografico.

Nomadismo culturale. La letteratura sociologica usa spesso l’espressione nomadismo culturale, e lo fa assumendo un significato di nomadismo, che supera la sua originaria connotazione. Il concetto di nomadismo culturale è una metafora del progressivo affermarsi – in molti ambiti della cultura contemporanea – della capacità di scoprire e creare. Scoperta e creatività si rivelano nella pratica del vagabondaggio mentale fra discipline, approcci e suggestioni con origini diverse. In questa accezione, il nomadismo culturale è considerato un’espressione tipica della post-modernità. 

Ritorno al presente. Un passaggio storico che ci chiede continuamente di cambiare, di evolvere, di fare un salto e di abbandonare abitudini che hanno modellato il nostro modo di vivere, di lavorare e di abitare il mondo del lavoro e – più in generale – delle organizzazioni.

Penso ad uno degli stratagemmi di comportamento di cui ci parla il Prof. Giorgio Nardone. Stratagemma apparentemente semplice, ma difficile da mettere in atto: cambiare sempre, rimanendo gli stessiLa capacità di stare bene, nel cambiamento continuo.  

Un esempio: adottare nuovi modi di comunicare con i nostri colleghi. Adottare strategie comunicative nuove – più funzionali di quelle che sembrano ormai inefficaci – ma mantenendo saldi i nostri valori, i nostri punti di vista, le nostre idee.

L’acqua di un fiume si adatta ad ogni ambiente e terreno che attraversa, ma rimane pur sempre acqua e raggiunge sempre la foce. Noi possiamo fare lo stesso: adattarci in modo flessibile, ma conservare la nostra identità, guidando e creando il cambiamento necessario. Nello scenario dello Smart Working, ciò che sta cambiando velocemente è proprio l’ambiente in cui ci muoviamo.

Nuove necessità emergono:

  • avere nuovi spazi fisici a disposizione
  • bilanciare vita lavorativa e tempo libero
  • ottenere risultati in modo veloce, senza trascurare la qualità
  • avere maggiori risorse economiche a disposizione
  • saper calcolare gli impatti ambientali e sociali
  • generare conoscenza operativa condivisa e replicabile
  • tenere traccia dei dati e delle informazioni
  • integrare le capacità umane, con la tecnologia a disposizione
  • seguire la velocità dell’avanzamento tecnologico
  • acquisire conoscenza interdisciplinare e trasversale
  • aggiornarsi e apprendere continuamente

Sono solo alcune tra le nuove emergenze, che ci chiamano a trovare azioni convincenti, non solo tiepide reazioni. È necessario rispondere alle nuove esigenze personali e a quelle proposte dal mondo del lavoro. Vi invito a fare una riflessione:

pensate a 3 cose che potreste fare diversamente – da oggi – per lavorare in modo più funzionale ed in linea con il modello Smart Working. Che si tratti di azioni vostre o della vostra azienda, mantenete il focus sulle vostre caratteristiche chiave di identità professionale e personale.  

La mia lista personale:

  • salvare e organizzare tutti i file e i documenti di lavoro/formazione personale nell’archivio Cloud di Google Drive 
  • dedicare 5 minuti al giorno all’aggiornamento di una cartella di Knowledge Sharing condivisa con i miei colleghi
  • comprare e leggere libri in formato E-book, per smartphone o tablet: manuali tecnici, esercitativi o di studio che possono servire al momento del bisogno nella mia attività da formatore/coach

Ritorno al primo passo: che cosa possiamo apprendere da un camminatore nella nostra vita da Smart Worker.

Camminare è una capacità che usiamo per esplorare, conoscere, essere autonomi, insomma, per raggiungere qualsiasi meta… Camminare è anche la dimensione in cui la persona riflette, crea, immagina e al tempo stesso è concreta e operativa: passo dopo passo, affronta infatti le difficoltà e gli ostacoli sul suo cammino. Sulla strada, mentre camminiamo, impariamo sin da piccoli a riconoscere i percorsi da evitare. E ad ogni passo assumiamo una nuova prospettiva da esplorare; viviamo un incontro da valorizzare.

Chi è in cammino riesce a monitorare le proprie forze e le proprie capacità e sa quando è il momento di fermarsi o di accelerare, di chiedere aiuto ai compagni di viaggio o di fornire supporto. Raggiunta la meta, è doveroso celebrare il percorso e il risultato, condividerlo con i propri compagni di viaggio e raccogliere spunti utili per continuare a crescere e affrontare nuovi scenari, nuovi percorsi.

Nomadismo digitale. In questa prospettiva lo Smart Worker è un professionista zaino in spalla e sempre in cammino, perché

  • porta sempre con sé lo zaino degli strumenti professionali 
  • è in grado di individuare la strada per raggiungere il suo obiettivo 
  • è un professionista sempre in movimento che sa quando e dove fermarsi 
  • percorre in modo flessibile il suo cammino professionale
  • tenta di percorrere nuove strade
  • comunica per condividere punti di vista con i suoi compagni di marcia
  • è in grado di attingere alle sue risorse interiori nei momenti di solitudine professionale 
  • apprende continuamente

Competenze. Provo a definire 5 macro-competenze che, secondo me, è possibile allenare per vivere l’attuale mondo del lavoro in modo autonomo, efficace, creativo, produttivo e soddisfacente per noi e per chi collabora con noi.

1.Prima competenza – Auto-apprendimento

Comprendere le logiche dell’apprendimento, accelerare il processo di conoscenza e sviluppare capacità di auto-apprendimento e curiosità. Coltivare la consapevolezza delle aree di miglioramento individuate e costruire la propria Learning Playlist personale

2. Seconda competenza – Capacità strategica

Apprendere i metodi per pianificare e organizzare le proprie attività in modo flessibile e funzionale alle capacità individuali, alle esigenze di business e allo scenario di riferimento. Tenere conto degli impatti individuali e collettivi, imminenti e futuri.

3. Terza competenza – Capacità di comunicazione a distanza

Conoscere e apprendere le logiche di comunicazione e gli strumenti digitali a disposizione per ascoltare e condividere a distanza; mantenere e costruire relazioni a distanza. Velocizzare il processo comunicativo attraverso strumenti digital e social; chiedere aiuto e fornire supporto a distanza

4. Quarta competenza – Orientamento all’obiettivo

Essere in grado di stabilire e comprendere gli obiettivi individuali e di teammigliorare la propria capacità di focus sul compito e sull’obiettivo da raggiungere; usare tutte le risorse a disposizione per facilitare e facilitarsi nel raggiungimento dell’obiettivo

5. Quinta competenza – Noi 

Essere in grado di seguire e assecondare le nostre caratteristiche personali, muovendoci e sperimentandoci continuamente e alimentando i nostri interessi e le nostre passioni  

Lo Smart Working è dunque un salto culturale e sociale che siamo chiamati a fare, ma soprattutto un’opportunità per riscoprire le nostre capacità creative e attive. Nella trasformazione digitale in atto sapremo vivere meglio, se sapremo cambiare sempre, rimanendo gli stessi!

Camminare e scrivere. In pieno stile nomade, non sapevo esattamente quale fosse la meta, ma sapevo che sarei arrivato con voi a qualcosa di valore. Sentirsi nomade significa per me continuare a cercare stimoli di crescita attraverso lo studio, la lettura, il viaggio, il cammino, i colleghi, i formatori. Anche attraverso la scrittura di questi articoli, che continuano ad essere per me passi di crescita e di esplorazione.

Buon cammino verso lo Smart Working e buon nomadismo… mentale!

Bibliografia e Linkografia: 

Ugo Fabietti, Mondi in movimento. Dal nomadismo delle origini a quello globale, Conferenza Dialoghi sull’uomo, Pistoia, Sesta edizione
Erling Kagge, Camminare. Un gesto sovversivo, Einaudi, 2018
Giorgio Nardone, Cavalcare la propria tigre, Ponte alle Grazie, 2003
Umberto Galimberti, Parole nomadi, Feltrinelli, 2018
http://www.sapere.it/enciclopedia/nomadismo.html
http://www.nomadidigitali.it
FOTO: https://www.pexels.com/photo/dawn-daylight-environment-fog-1149923/
simone.giovarruscio