#verbalia | Wabi-sabi

#verbalia | Wabi-sabi

Alti livelli di stress, una vita frenetica, la ricerca irrealistica della perfezione e una dannosa dipendenza dalla ricchezza materiale. In questo scenario, wabi-sabi può essere proprio quello di cui abbiamo bisogno: uno stile di vita in cui siamo profondamente connessi alla natura e al nostro vero io interiore.

 


 

Wabi-sabi è un’espressione che fonde due parole e due concetti mutuati dall’estetica e dalla filosofia giapponesi. Non esiste una traduzione letterale che possa restituire completamente il suo significato, ma si può dire che wabi-sabi interpreti alcune attitudini e atteggiamenti:

wabi | scegliere la semplicità; essere in sintonia con la natura; accogliere ciò che si ha; accettare la propria imperfezione e fragilità e, addirittura, farne dei principi di eleganza ed evoluzione

sabi | apprezzare la bellezza che deriva dall’età, che rende le cose e le persone cariche di vissuto, di esperienze, di emozioni e di ricordi che le nobilitano e impreziosiscono; valorizzare la longevità, la persistenza

Le due parole nel tempo hanno formato, quindi, un nuovo concetto che definisce un modo semplice e umile di essere: apprezzare le cose intorno a sé, trovare la bellezza nell’imperfezione, comprendere l’immanenza del mondo e abbracciare l’autenticità.

Impermanenza

Wabi-sabi nasce dalla comprensione buddhista della vita come impermanente: niente dura, niente è perfetto. La storia di wabi-sabi può essere fatta risalire a una leggenda giapponese del XVI secolo su Sen no Rikyu e il suo maestro del tè, Takeeno Joo. La storia narra come, su richiesta del suo padrone, Rikyu pulisse e rastrellasse il giardino alla perfezione. Come tocco finale Takeeno Joo scosse il ciliegio per permettere ai petali di fiori di cadere a casaccio intorno al paesaggio immacolato.

Minimum

Wabi-sabi ricorda il minimalismo, ma è vicino anche al concetto scandinavo di hygge, centrato sull’intimità, sul vivere lento e sul benessere. La lezione principale del wabi-sabi è che bisogna apprezzare, invece di perfezionare. In che modo questa filosofia secolare può aiutarci a navigare nella complessità attuale? Immersi nella ricerca della perfezione – tra feed social perfettamente curati, continue proposte di prodotti superefficaci, offerte di professionisti che promettono di aiutarci a diventare i migliori – è difficile fare un passo indietro e apprezzare ciò che abbiamo e che siamo. Come essere soddisfatti, se desideriamo sempre ciò che è irraggiungibile? E anche se non c’è niente di male nel voler essere migliori, dedichiamo abbastanza tempo ad apprezzare ciò che siamo e abbiamo già?

Eccellenza

Sul lavoro viviamo spesso una battaglia costante tra scadenze, pressioni esterne e raggiungimento della performancemigliore. La nostra iperproduttività può sembrarci inevitabile, come se non esistesse un altro modo per raggiungere gli obiettivi. Proviamo a immaginare di dover realizzare un progetto, abbracciando l’idea wabi-sabi dell’isolamento. Chiudiamo tutti i social, disattiviamo le notifiche e-mail ed entriamo nel pieno del focus. Wabi-sabi è un modo per fare un passo fuori dal costante afflusso di messaggi che ci dicono che dovremmo volere di più.

L’imperfezione non è, allora, un compromesso; l’imperfezione è la vera natura delle cose. Wabi-sabi significa lottare non per la perfezione, ma per l’eccellenza. Dobbiamo cercare di fare il massimo, perché solo in questo modo siamo padroni della nostra soddisfazione. Il primo passo non è chiedere cosa dobbiamo aggiungere, quindi, ma che cosa possiamo togliere?


TRY OUT

Praticare wabi-sabi implica abbracciare la propria storia personale, imparare dalla propria vita, passare da vittima a creatore, coltivare un atteggiamento antifragile. Alcuni principi regolano un approccio wabi-sabi:

Kanso | semplicità | liberarsi dal disordine e concentrarsi sulla chiarezza, assaporare il momento presente, addestrare la mente a essere nel qui ed ora

Shibumi | bellezza del sobrio | concentrarsi sulla semplicità elegante, conservare l’autenticità, cercare il fascino e la beatitudine nelle piccole cose

Fukinsei | asimmetria | sfidare l’idea di controllare l’equilibrio e la simmetria: tutto è a posto, anche se imperfetto

Shizen | naturalezza | creare in armonia con la natura

Yugen | grazia non ovvia | riconoscere la bellezza in ciò che non viene rivelato

Datsuzoku | non convenzionalità | ricercare libertà dall’abitudine

Seijaku | tranquillità | coltivare la consapevolezza per affrontare una vita frenetica


Fonti:
 
Yumi Takeuchi, Filosofia Giapponese, Ed. indip., 2021
Selene Calloni Williams, Wabi sabi: La bellezza della vita imperfetta. La via giapponese per essere felici, EDIZIONI PIEMME, 2021
 
Alessia De Carli
adecarli@incontatto.it