#skillpills – InTeam – La psicologia dei gruppi secondo W. Bion – Parte 2

#skillpills – InTeam – La psicologia dei gruppi secondo W. Bion – Parte 2

Nell’ultimo post abbiamo introdotto il concetto di gruppo nei contributi teorici prodotti dallo psicanalista Wilfred Bion e approfondito i primi tre fattori del gruppo: mentalità, cultura e assunti di base. Esaminiamo ora il quarto fattore: gruppo di base e gruppo di lavoro. 

Gruppi di base e leadership 

La necessità emotiva di darsi un capo è una delle costanti verificate con più frequenza da Bion nei gruppi da lui condotti. Bion aveva notato che il gruppo basico si organizza cercando un leader, qualcuno in grado di adempiere la funzione di provvedere alle necessità del gruppo e di agire le caratteristiche più funzionali al gruppo in assunto di base (o gruppo di base). 

Nei gruppi terapeutici questo ruolo onnipotente è inizialmente attribuito al terapeuta: l’idea di ricevere un trattamento sollecita una enorme carica di aspettativa e il gruppo si comporta nei confronti del terapeuta credendo che tutto il lavoro dovrà essere compiuto da lui. 

Se il terapeuta/conduttore propone ai membri di attivare un livello più maturo e razionale di funzionamento (gruppo di lavoro), il gruppo in assunto di base percepisce questa attesa come un rifiuto — da parte del terapeuta — di assumere il ruolo che gli è stato attribuito. Il gruppo di base reagisce quindi trasferendo l’investimento emotivo su un’altra persona. 

Sostituzioni di leadership

Le sostituzioni di leadership sono molto frequenti nel piccolo gruppo a finalità analitica. In alcuni casi, Bion nota che l’interesse del gruppo è rapidamente catturato da un altro membro, come se i componenti del gruppo prendano a guardare a lui come a un capo, senza peraltro essere convinti che possa essere effettivamente un capo (W. R. Bion, 1961). 

Leader dell’azione

Il gruppo in assunto di base è portato a individuare un capo nel membro che meglio sa assolvere la funzione di leader dell’azione. Nel gruppo in cui si verifica l’assenza di alcuni membri, gli assenti diventano capi di un’azione. Con la loro assenza, infatti, non solo danno la sensazione di disprezzare il gruppo, ma anche di tradurre in azione il loro disprezzo (W. R. Bion, 1961).  

L’uomo, un animale gregario 

Bion, come già Freud, esclude un istinto di gruppo o una psicologia di gruppo separati dalla psicologia individuale. L’autore sostiene che nessun individuo, per quanto isolato, possa essere marginale rispetto a un gruppo. Luomo è un animale gregario e in quanto tale non può fare a meno di esser membro di un gruppo, anche quando la sua appartenenza al gruppo consiste nel comportarsi in modo da far credere che egli non appartiene a nessun gruppo (Bion, 1961). 

Sperimentare la regressione

Secondo Bion, l’individuo nel gruppo torna a usare alcuni meccanismi mentali primitivi (regressione), grazie ai quali perde la propria individualità e accetta di far parte del gruppo. 

Perchè si possa parlare di gruppo, gli individui che lo compongono devono quindi sperimentare una regressione, che assume la forma di consapevolezza che il gruppo esiste come qualcosa di diverso da un semplice aggregato di individui.
Il gruppo secondo Bion rappresenta dunque un insieme di persone che si trovino tutte allo stesso grado di regressione (Bion, 1961). 

Quando un gruppo di persone si riunisce per realizzare un compito, si sviluppano due tendenze distinte: da una parte si è diretti a realizzare il compito, dall’altra ci si oppone a esso. Il lavoro è quindi ostacolato da un’attività regressiva e primaria. 

La vita mentale del gruppo

La vita mentale del gruppo è evidentemente molto complessa:

  • è sicuramente collegata alla realtà, poiché ogni gruppo di persone si riunisce per fare qualcosa: questo rappresenta l’aspetto del funzionamento mentale del gruppo che riguarda l’obiettivo cosciente, indicato da Bion con l’espressione gruppo di lavoro
  • si compone di tendenze emotive molto forti che possono favorire o ostacolare gli individui nel raggiungimento dell’obiettivo

In conclusione

Secondo Bion, quando un gruppo di persone si riunisce per realizzare un compito, si muove lungo due direttrici: 

  • la dinamica del gruppo di lavoro
  • la dinamica del gruppo di base

Dall’analisi del gruppo realizzata da Bion in ambito psicoanalitico, emerge la necessità che il conduttore di un gruppo, anche in un contesto lavorativo, riconosca quali sono le dinamiche innescate da un gruppo di base, per poterlo guidare in maniera efficace e condurre alla funzione di gruppo di lavoro. 

E ora, per riflettere insieme

Pensando alla tua realtà lavorativa:

  • Secondo te, il gruppo sente sempre la necessità di cercare un leader?
  • Ti viene in mente un aneddoto concreto relativo alla tua esperienza?
  • Pensi che un conduttore/manager di un gruppo sia consapevole delle dinamiche di cui parla Bion?
  • Credi sia importante che ne abbia consapevolezza?

 

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