#BasicSkill – [2] Learning to learn/continuing to learn
In questo post esaminiamo la seconda competenza individuata tra le basic skill fondamentali per lo sviluppo personale dell’individuo (1). Si tratta del learning to learn o continuing to learn, anche definito lifelong o continuous learning.
Che cos’è il continuous learning?
Per il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Università e della Ricerca, si tratta di qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale, informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale (2).
Il continuous learning si riferisce a un percorso formativo che prosegue, quindi, lungo tutto l’arco della vita. Nelle sue sfumature semantiche, ammette e comprende anche gli ambiti del learning to learn (imparare a imparare), nonché della formazione permanente. Il lifelong learning è genericamente l’aggiornamento volontario ed extrascolastico delle proprie competenze che muove dalla necessità di rispondere a rinnovate esigenze del mercato del lavoro e della società.
Quale tipo di apprendimento?
Il lifelong o continuous learning riguarda ogni tipo di apprendimento:
- formale, riferito alle attività educative strutturate, organizzate in seno alle istituzioni scolastiche
- non formale, riferito cioè alle attività educative che non riguardano né l’ambiente scolastico né le attività curricolari
- informale, riferito alle attività formative non associate a tempi o luoghi specifici, che permettono all’individuo di acquisire conoscenze, abilità e attitudini dall’esperienza quotidiana (lavoro, famiglia e tempo libero)
Formazione permanente e lifelong learning
Come accennato sopra, il continuing to learn è anche il processo di apprendimento di nuove abilità e conoscenza da integrare nei processi di formazione permanente professionale. La formazione permanente è quindi un segmento del lifelong learning che attiene al mondo del lavoro e, più in particolare, alla formazione dei lavoratori nel quadro di una regolamentazione che si è stratificata negli anni, senza tuttavia essersi strutturata in un sistema organico.
Imparare a imparare è considerato oggi un fattore rilevante per la crescita aziendale, proprio perché rappresenta una leva fondamentale allo sviluppo dell’innovazione. Si prevede che circa 375 milioni di lavoratori saranno costretti a cambiare lavoro o acquisire nuove competenze entro il 2030 (4). Il continuous learning assume pertanto i tratti della necessità, soprattutto nell’era digitale, che impone alle culture aziendali adeguamenti rapidi e progressivi a cambiamenti dinamici e incalzanti da parte del mercato.
Quali vantaggi per le organizzazioni?
Il continuous learning ha eliminato una storica distinzione tra la conoscenza acquisita in contesti di formazione tradizionale e quella acquisita, invece, dall’esperienza quotidiana. Inoltre, il continuous learning porta alle organizzazioni alcuni benefici su fronti e livelli diversi:
- mantiene alto il livello di aggiornamento sia personale, sia professionale (organizzativo/aziendale)
- previene e combatte routine ripetitive e poco creative
- fa emergere nuovi talenti
- rimodula e aumenta costantemente le competenze
- aumenta le probabilità di innovare
- facilita il superamento della naturale resistenza al cambiamento
- aumenta la talent attraction e la talent retention
- migliora il senso di soddisfazione personale e di autorealizzazione delle persone
Continuous learning ed e-learning: quale relazione?
Il principio del continuous learning trova la sua migliore interpretazione nello strumento dell’e-learning. Secondo Elliot Masie (4), la e non è da associare solo alla definizione di electronic learning, ma anche a concetti come everywhere, everyone, evolving, efficient, engaging. L’e-learning è dunque la risorsa e lo strumento privilegiato per incentivare il continuous learning. Le ragioni di questa opzione preferenziale nell’era del digital sono, infatti, intuitive. Il ricorso all’e-learning permette
- un ambiente di apprendimento modulare e personalizzato
- l’erogazione di contenuti specifici
- la frammentazione e la fruizione personalizzata delle sessioni, da device e luoghi diversi
- la facilità di aggiornamento delle piattaforme
- la misurabilità e il monitoraggio delle attività svolte, e l’opportunità di stabilire piccoli traguardi e percorsi studiati secondo schemi di gamification
- condivisione, interazione, scambi e confronto, tutto in tempo reale
Così la formazione diventa accessibile per chiunque, da qualsiasi luogo, in evoluzione e, soprattutto, coinvolgente. Una formazione continua che alimenta un mindset digitale e innovativo, promuove il costante miglioramento e potenziamento delle proprie competenze e risorse creative per l’innovazione.
Sarà proprio questo l’argomento del prossimo post: digital competences and mindset.
A presto!
(1) Studio comparato (2018) condotto da World Economic Forum, Commissione Europea, UNESCO e Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
(2) https://www.miur.gov.it/tematiche-e-servizi/istruzione-degli-adulti/apprendimento-permanente
(3) https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-work/jobs-lost-jobs-gained-what-the-future-of-work-will-mean-for-jobs-skills-and-wages
(4) Elliot Masie – Corporate Digital Learning Summit del 2017
Foto di DS stories: https://www.pexels.com/it-it/foto/arte-cervello-illustrazione-sfondo-4k-9228382/